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Tubercolosi resta la 2° causa di morte dovuta a virus

Nasce il primo sito europeo con i dati delle principali malattie

Mercoledì 25 marzo 2015

Tubercolosi, dopo l’Aids resta la seconda causa di morte dovuta a singolo agente infettivo. I dati sono stati resi noti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in occasione del World Tuberculosis day 2015, che come ogni anno si celebra in tutto il mondo il 24 marzo.

La giornata di quest’anno si celebra con il motto “Raggiungere, trattare e curare tutti”. La patologia, infatti, continua a costituire un problema prioritario tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello alla “solidarietà globale per appoggiare una campagna che nei prossimi 20 anni metta fine all’epidemia di tubercolosi”. L’obiettivo ambizioso della cosiddetta “End TB Strategy” è quello di ridurre entro il 2035 il 95% dei decessi e il 90% i casi di tubercolosi.

La tubercolosi è una malattia infettiva causata da un batterio della specie Mycobacterium tuberculosis, detto comunemente bacillo di Koch, responsabile di forme polmonari ed extrapolmonari di malattia. Il contagio avviene per trasmissione tramite saliva, starnuto o colpo di tosse da un individuo malato in una fase avanzata, ma la maggior parte delle persone che entra in contatto col bacillo di Koch non contrae la malattia, bloccata dal sistema immunitario. Si calcola che solo il 10-15% delle persone infettate dal batterio sviluppa la malattia nel corso della sua vita. Eppure, la TBC è ancora la seconda malattia infettiva, dopo l’Aids, quanto a numero di vittime e tra le prime dieci cause di morte nel mondo.

Oggi più che mai è necessario investire maggiori energie con lo scopo di raggiungere, trattare e curare tutti, alla luce dei dati emersi. Nel 2013 si sono ammalate di tubercolosi 9 milioni di persone nel mondo e 3 milioni non hanno ricevuto le cure necessarie. In Europa, il numero di persone affette dalla malattia è pari a 106mila e 1.400 sono casi di tubercolosi farmcoresistente. In Italia, nel 2013 sono stati segnalati 3.153 casi, il 63% è stato in persone di origine straniera.

Molti progressi sono stati compiuti da quando Robert Koch annunciò la scoperta del bacillo Mycobacterium tuberculosis. I dati dell’OMS confermano che dal 2000 al 2013 sono state salvate ben 37 milioni di vite, sia allargando l’accesso alle cure per tutte le forme della patologia, inclusa quella associata all’Aids e le farmacoresistenti, sia grazie ai progressi farmacologici e di diagnostica microbiologica.

“I progressi raggiunti nella lotta alla tubercolosi sono stati conquistati con fatica e devono essere intensificati se intendiamo sconfiggere l’epidemia di tubercolosi”, ha affermato il Dottor Eric Goosby, che è stato nominato ‘Inviato Speciale’ delle Nazioni Unite sul tema della Tubercolosi nello scorso gennaio. La strategia per porre fine alla malattia, la “End TB Strategy”, prosegue Goosby, “offre una nuova speranza per milioni di persone che ogni anno si ammalano o perdono la vita a causa della Tb. È tempo di unire le forze per creare un mondo libero da essa”.

Per garantire a tutti i cittadini del mondo pari accesso a diagnosi e cure sono necessari investimenti e impegni che siano globali, come ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Margaret Chan: «È una questione di giustizia sociale, fondamentale in virtù del nostro obiettivo di arrivare a una copertura sanitaria universale. Ogni uomo, donna o bambino con TBC dovrebbe avere parità d’accesso agli strumenti innovativi e ai servizi per una rapida diagnosi, trattamento e cura».