Diabete, le prime linee guida americane per il paziente
Lunedì 8 giugno 2015
E’ stato presentato al congresso dei diabetologi americani un position statement su ‘quando, come e quale tipo di educazione e supporto per l’autogestione del diabete’ offrire ai pazienti. Il documento è stato pubblicato in contemporanea su Diabetes Care, The Diabetes Educator e su Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics.
L’idea alla base del position paper è di fornire un algoritmo-guida per medici di famiglia e specialisti, che consenta loro di stabilire quando è arrivato il momento di indirizzare una persona con diabete ad un Educatore Certificato sul Diabete (CDE) o ad altro personale appositamente formato per educare e supportare questi pazienti. Il documento riconosce che la persona con diabete è il più importante ‘erogatore di cure’ per se stesso, e definisce quali abilità e informazioni le persone con diabete debbano acquisire per riuscire ad auto-gestire con successo la loro condizione e di quali supporti abbiano bisogno per mettere in pratica queste capacità e questi comportamenti.
Secondo gli esperti americani, sono quattro i momenti critici nel ‘curriculum’ di una persona con diabete e quando si verificano diventa necessario mettere a punto la loro formazione all’autogestione: al momento della diagnosi, su base annuale, alla comparsa di nuove complicanze che possano influenzare l’autogestione e ai cambi di terapia.
Nel documento vengono indicati anche quale tipo di informazione e di supporto si possono rivelare più utili per i pazienti in questi momenti di crisi o di cambiamento.
“Abbiamo a disposizione tante linee guida e algoritmi che suggeriscono quando iniziare la terapia anti-diabetica e quando o come potenziarla – riflette Margaret Powers, dell’International Diabetes Center di Park Nicollet e presidente eletto del settore Health Care & Education dell’American Diabetes Association - ma finora nessuno aveva messo a punto un algoritmo sull’educazione e la formazione del paziente. Se si chiede ai medici qual è il momento giusto per istruire il paziente con diabete, si riceveranno le risposte più disparate”. Era dunque necessario ordinare le idee e strutturarle in una linea guida che mettesse nero su bianco una serie di principi e definisse la tempistica ideale per trasferirli al paziente.
“Sappiamo che educare le persone con diabete funziona – afferma Joan Bardsley, vice presidente del Medstar Health Research Institute e past president dell’American Association of Diabetes Educators - purtroppo però non sono molti i medici che indirizzano routinariamente i loro pazienti agli educatori; forse non sanno come o a chi inviarli, oppure non sanno come rintracciare un esperto in educazione al paziente; ma forse non si rendono pienamente conto di quanto preziosa sia l’educazione alla gestione di questa patologia, per una persona che ne è affetta”.