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Dalla ricerca italiana un passo avanti contro il mesotelioma

Dalla ricerca italiana un passo avanti contro il mesotelioma

Giovedì 15 gennaio 2015

La ricerca italiana segna un passo avanti contro il mesotelioma, il tumore associato alla esposizione all’amianto: una nuova tecnica individua infatti i geni responsabili della precoce di tipo di neoplasia, e in questo modo le terapie a bersaglio potranno rivelarsi più efficaci.

La tecnica si chiama sequenziamento mirato di nuova generazione (NGS) ed è stata utilizzata per la prima volta dal Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino in collaborazione con l’Ospedale San Antonio e Biagio di Alessandria.

Lo studio, condotto dall’Università di Torino, è pubblicato sul Journal of Thoracic Oncology, la rivista dell’Associazione internazionale per lo studio del carcinoma polmonare.

«Abbiamo utilizzato un approccio mirato - spiega Giorgio Scagliotti, Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e primo autore dello studio - per valutare retrospettivamente alterazioni in 52 geni, fra quelli più frequentemente mutati nei tumori, in 123 pazienti con mesotelioma maligno della pleura in stadio avanzato. Il sequenziamento di nuova generazione è un metodo affidabile, si concentra infatti su un gruppo specifico di geni, invece di ricorrere al più complesso sequenziamento dell’intero genoma. Questo procedimento ha il potenziale per descrivere il tipo, la posizione e il numero di mutazioni genetiche nel mesotelioma e consente di identificare associazioni con le caratteristiche del paziente, compresi i dati di sopravvivenza».

Grazie alla nuova tecnica dunque, sottolinea l’esperto, sarà possibile valutare il ruolo delle terapie a bersaglio molecolare in una neoplasia particolarmente aggressiva, che presenta tassi di sopravvivenza a tre anni pari all’8%. Nel 2014 in Italia sono state stimate 1.800 nuove diagnosi di mesotelioma, nella maggior parte dei casi la malattia è diagnosticata quando è già in fase avanzata e le opzioni terapeutiche sono limitate.